Il pane integrale ha cambiato la propria percezione negli ultimi anni, diventando da semplice alternativa a quello bianco, ad una vera e propria forma scelta in maniera precisa da sempre più persone, anche per la dieta giornaliera quindi per essere consumato ogni giorno. Naturalmente questo ha un impatto diverso sul nostro corpo.
Da vari nutrizionisti viene considerato “migliore” in quanto più facilmente integrabile con la dieta quotidiana, senza impattare sulla glicemia e colesterolo, elementi sempre più tenuti sotto controllo dai medici. Naturalmente non è sempre tutto così semplice e l’impatto del pane inegrale ogni giorno può essere diverso da quello che possiamo aspettarci in principio.
Come agisce questo prodotto da forno, e nello specifico come può risultare diverso e quindi potenzialmente “migliore” sul nostro organismo rispetto al pane “tradizionale” è una domanda estremamente comune che però difficilmente trova una risposta univoca e semplice. Ma davvero questo prodotto è una ottima soluzione per controllare colesterolo e glicemia?
Differenze tra il pane integrale e bianco
Esistono numerose tipologie di pane, sia quello fresco che quello confezionato, identificate in numerose tipologie al punto che oggi è difficile definire quello “davvero” integrale da quello “standard” oppure quello multicereali, oppure identificato da specifiche farine considerabili dal minor impatto negativo sul nostro corpo, perchè non esiste una variante “buona” e una “cattiva”.
E’ questa l’unica ma molto importante differenza, infatti se per il pane bianco viene impiegata quella di grano tenero o di grano duro, per quello integrale naturalmente la farina è diversa. La composizione cambia perchè in quella integrale il chicco viene unito interamente inclusa la parte esterna che è quella più ricca di fibre.
Importante identificare come secondo molti la differenza vera la fa non tanto la provenienza della farina ovvero da quale pianta deriva ma se la macinatura e quindi la farina “finale” deve essere integrale al 100 % quindi senza la presenza di elementi che sono invece raffinati, maggiormente selezionati e quindi non “puri” da questo punto di vista.
Il pane fa male?
La risposta è no, generalmente però come ogni cibo che viene oramai considerato irrinunciabile per la maggior parte dei consumatori anche questo nelle sue enormi differenziazioni, forme e gusti viene identificato diversamente dal nostro organismo. Ciò che distingue il pane bianco da quello integrale è sostanzialmente il tipo di farina dalla quale viene realizzato.
Come sempre, con una buona moderazione, se compatibile con il nostro stato di salute, il pane può essere assolutamente integrato anche nella sua variante raffinata. Tuttavia optando per una buona differenziazione, ed integrando quello a carattere integrale possiamo ottenere delle buone risposta in merito a valori come quelli glicemici oppure sul colesterolo. dw dw dwdw dwdw ddw
Tutti gli alimenti composti da una base farinacea hanno una presenza importante di carboidrati, e se quello raffinato ha un composto di fibre moderatamente basso, uno integrale di buona qualità può configurarsi come migliore per i valori evidenziati. Ma resta una buona scelta se apportata giornalmente? Proviamo ad esaminare questo fattore. dw dw dw wd dw wwd dw w
Effetti giornalieri
Le fibre presenti nel pane integrale, se di buona qualità, possono ridurre il carico glicemico del prodotto: i carboidrati sono infatti tendenzialmente elementi che provocano picchi glicemici, e per chi soffre di iperglicemia, ad esempio una condizione spesso legata (ma non solo) a malattie come il diabete, ma non solo.
Le fibre possono infatti anche migliorare il nostro decorso digestivo, ed in particolare se soffriamo di evacuazioni frequenti, ed al tempo stesso facciamo ricorso ad una dieta poco carica di cereali e legumi, il pane integrale può fornirci una buona risposta in questi termini. Le fibre contenute sono sia di tipo solubile che insolubile, quindi in grado di “resistere” alla digestione.
Dal punto di vista calorico pane integrale e pane bianco presenta delle differenze a favore del primo, anche se generalmente queste non sono così sostenute ed evidenti come può sembrare: ciò che va ad impattare è una maggior capacità saziante (anche in questo caso però spesso passa in secondo piano) ed un impatto diverso anche sul colesterolo, sempre a causa delle fibre.
Quale scegliere?
Come spesso accade, una tipologia di prodotto che viene identificato come benefico non va a significare che la variante “raffinata” è da ostracizzare ed evitare. Essendo una alternativa deve rappresentare esattamente questo, anche troppe fibre possono essere problematiche, se la nostra alimentazione ne contempla già una quantità importante giornalmente parlando.
Generalmente un buon pane integrale dovrebbe contenere almeno 3 volte il quantitativo di fibre del pane bianco, e dovrebbe essere concepito esclusivamente da farine integrali al 100 %, senza aggiunte di natura diversa. Il multicereali generalmente non è esattamente parte di questa categoria ma può costituire una forma di alternativa, seppur meno “pura” rispetto al pane integrale.