Moltiplicare le rose è possibile anche teoricamente all’infinito non essendo presente alcuna forma di limitazione, sfruttando una tecnica che è applicabile non solo per questi apprezzatissimi quanto riconoscibili fiori ma anche per tante altre varianti floreali apprezzatissime in ogni situazione, soprattutto nel contesto delle piante da esterno o comunque ornamentali nella categorizzazione.
Le rose sono fiori che mantengono una grande forma di fascino e sono anche simbolicamente facili da adattare ad ogni contesto, da quello romantico fino a quello anche legato ad altri messaggi. Moltiplicare le rose non richiede una particolare abilità, conoscenza o talento, ma è comunque importante capire come farlo adeguatamente.
Moltiplicare in botanica fa riferimento al metodo della talea, che consente non solo una forma di sviluppo di una nuova pianta più immediato rispetto alla semina, ma garantisce anche una seconda struttura vegetale molto simile a quella “madre” permettendoci così di scegliere preventivamente, quindi in anticipo, quale pianta vogliamo ottenere nell’aspetto finale.
Le rose
Selezionate nel corso dei secoli, le rose fanno parte di un contesto di vegetali che conta svariate centinaia, e non tutte le rose effettivamente tali, lo sono nell’aspetto tradizionale. Molte rose mantengono un aspetto selvatico, mentre le più riconoscibili sono ovviamente le più ricercate, possono essere estremamente soddisfacenti nella coltivazione.
A partire dal Seicento le rose hanno iniziato ad essere selezionate attraverso metodi sempre più efficaci con il fine di ottenere delle piante più resistenti e produttive possibile, quasi sempre costellate dai colori sgargianti e molto riconoscibili. Ad oggi esistono oltre duecentocinquanta tipi di rose domesticate, in varie categorie effettivamente conosciute.
Le rose sono sommariamente suddivise per due categorie ovvero quelle arbustive che hanno un comportamento a cespuglio, e sono spesso indicate per gli ambienti esterni, mentre sono egualmente diffuse quelle rampicanti, che hanno una natura sensibilmente diversa. Ma come possiamo fare la talea delle rose, moltiplicandole quindi potenzialmente all’infinito ?
Il metodo della talea
Il metodo della talea prevede la cimatura quindi il taglio e rimozione di una porzione della pianta con il fine di ottenere la base di crescita germogliativa di una nuova pianta, questa potrà essere interrata e se sufficientemente curata, quindi fornita negli elementi nutrizionali principali, potrà generare una nuova pianta molto simile a quella originale.
Possiamo utilizzare nel caso delle rose delle comuni forbici da giardino o cesoie, a patto che siano molto ben affilate e disinfettate (possiamo impiegare dell’alcol oppure un disinfettante apposito) così da eliminare il rischio contagio di malattie. Importante scegliere il periodo giusto: anche una semplice talea se apportata nel periodo errato porterà una debolezza nella pianta
Meglio farlo ad almeno 4-5 settimane dal periodo che ha visto la fine della fioritura, generalmente quindi da fine estate, o ancora meglio inizio autunno costituisce il periodo ideale, perchè è quello che anticipa le gelate. Facendola troppo a ridosso dell’inverno la pianta potrebbe avere difficoltà a guarire, parlando di quella originale.
Trucchi per una talea perfetta
Identificare il ramo giusto è importante, uno troppo sottile, debole ma anche vecchio e legnoso non daranno risultati importanti. Conviene puntare la propria attenzione sulle ramificazioni ancora mediamente verdi, abbastanza spesse di almeno mezzo cm. Una volta selezionato dovremo calcolare almeno una quindicina di cm dalla punta (devono essere presenti alcune foglie).
In maniera netta dovremo tagliare leggermente in diagonale, con un taglio secco, in modo perpendicolare, naturalmente il ramo ottenuto dovrà avere almeno qualche nodo ancora fertile. Possiamo anche tagliare in maniera dritta e poi effettuare un taglietto in diagonale bel pulito, poi dovremo eliminare le eventuali foglie intorno lasciando solo alcune in alto.
Possiamo interrare il ramo per alcuni cm di profondità in un vaso di terriccio non troppo secco ma neanche troppo bagnato (leggermente umido è la chiave), leggermente concimato con un elemento specifico per le rose, il migliore terriccio è uno ben equilibrato leggermente dal PH acido, l’ideale per questi fiori.
Fasi successive
Il vaso deve presentare delle buone capacità di spazio e di drenatura quindi devono essere presenti fori sul fondo del vaso. Il ramo andrà tenuto ben tranquillo e riparato da fonti di calore e dal sole, tenendolo in una posizione di mezz’ombra per alcune settimane, mantenendo attenzione sulla presenza di umidità che in modo leggero non deve mai mancare.
Sono necessarie alcune settimane per vedere radicare la rosa abbastanza da trasferirla in un vaso più grande o direttamente nel terreno, questo appare evidente quando il ramo apparirà più solido e meno stabile nel vaso. Se saranno comparse alcune foglie nuove, potrebbe essere arrivato il momento del trapianto, da effettuare con delicatezza.