Canone Rai: scopri il nuovo prezzo che lascerà tutti a bocca aperta

Le tasse, come ben si sa, sono al centro di ferventi discussioni da parte degli italiani. Tra quelle di cui si parla di più – e la cosa, per certi versi, può rivelarsi paradossale dato che la somma è decisamente più bassa rispetto a quella di altri tributi – rientra indubbiamente il canone RAI. Se stai leggendo queste righe, ti interessa sapere a quanto ammonta attualmente e se è cambiato.

Nulla di strano: come già detto, si tratta di una tassa sulla quale gli italiani cercano spesso informazioni e che è stata, nel corso degli anni, spesso sotto la lente della politica, con l’obiettivo sia di arrivare a una semplificazione dei pagamenti, sia di contrastare in maniera efficace l’evasione. Chiarita questa premessa, non resta che vedere come stanno le cose nel momento in cui stai leggendo questo articolo.

Canone RAI: chi deve pagarlo e a quanto ammonta

Il canone RAI è una tassa che deve essere pagata da chiunque sia in possesso di un apparecchio televisivo in grado di ricevere i programmi dei canali della tv di Stato. Non importa se il singolo soggetto sceglie di non usufruire della proposta televisiva RAI. Essenziale è ricordare che chi accede allo streaming della RAI tramite smartphone, tablet o laptop non è tenuto a pagare, per questi device, il canone della televisione pubblica. Manca, infatti, un requisito essenziale, ossia i sintonizzatori per la ricezione del segnale satellitare e/o per quello del digitale terrestre.

A quanto ammonta la somma da pagare alle casse dello Stato? Con l’ultima Legge di Bilancio, è stato ufficializzato il passaggio dai 70 ai 90 euro. Questo ammontare è suddiviso in dieci rate mensili, addebitate al cittadino che rientra tra i soggetti obbligati al pagamento – sono esonerati, per esempio, gli over 75 con un reddito annuo inferiore, considerato anche quello dell’eventuale coniuge, a 8.000 euro – nei mesi compresi tra gennaio e ottobre.

Lo sconto non confermato e le contestazioni

Il tema del canone RAI è tornato dopo diverso tempo al centro dell’attenzione mediatica in quanto, dopo una riduzione che aveva portato, nel 2024, la somma a 70 euro, non è stato confermato, come ricordato nelle righe precedenti, alcuno sconto, questo nonostante le pressioni politiche dei rappresentanti della Lega. Il risultato? L’innescarsi di dissapori e contestazioni in seno alla stessa maggioranza di governo. Attenzione, però: non tutti sono tenuti a pagare questi 90 euro annui. Ecco altre categorie escluse:

  • Detentori di apparecchi televisivi che si trovano presso edifici pubblici.
  • Attività commerciali e ricettive: in questo caso, non si parla di vera e propria esenzione, ma di importi che variano a seconda del tipo di impresa.
  • Funzionari che operano presso rappresentanze diplomatiche e/o consolari.

Cosa fare nei casi in cui si rientra tra i soggetti non esenti ma non si possiede un televisore? In questi frangenti, è necessario presentare, a cadenza annuale, la dichiarazione sostitutiva tramite la quale si conferma di non avere apparecchi televisivi atti a ricevere la programmazione della tv di Stato.

Per presentare la suddetta istanza di esenzione, è necessario compilare un modulo presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Ultimata la compilazione, lo si può inoltrare sempre tramite il suddetto portale a seguito di autenticazione tramite SPID, carta d’identità elettronica o Carta Nazionale dei Servizi. L’istanza è presentabile anche via posta cartacea. Per qualsiasi dubbio o aiuto pratico, ci si può rivolgere al Caf più vicino.

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